A malga Riondera il primo cane antilupo
lupo

di Anna Sustersic

Ancora un po’ diffidente, Joska è arrivata domenica 22 marzo in Lessinia. Dall’Abruzzo a malga Riondera, lo splendido, candido pastore Maremmano Abruzzese di due mesi viene consegnato ancora tremebondo fra le braccia di Alice, amministratrice della malga e sua nuova padrona. È il terzo consegnato sul territorio Trentino, ma il primo che sarà utilizzato per la prevenzione dai danni da lupo.

La recente predazione di un asino e i ripetuti avvistamenti di lupi nei dintorni della malga, hanno convinto i gestori di Riondera della necessità di sperimentare diverse misure preventive nei confronti del lupo, oltre al necessario cambio di abitudini lavorative già imposto loro dalla sua presenza. La presenza di questo animale sul territorio infatti, è una novità che richiede una sperimentazione adeguata, prima di individuare le misure di prevenzione più efficaci e specifiche per il caso Lessinia. L’adozione di Joska e la consegna del nuovo recinto elettrificato – entrambi forniti dalla Provincia – fanno di Malga Riondera un pioniere nella gestione d’azienda che contempli il lupo come variabile effettiva.

cane antilupo malga riondera

Un vivace dibattito precede la consegna di Joska. A Malga Riondera sono presenti diversi allevatori di Ala e della Lessinia Veneta, gli agenti del Corpo Forestale Trentino e gli istruttori di Joska. «È bene iniziare in una situazione controllata come quella di Malga Riondera – commenta Paolo Zanghellini del Corpo Forestale Trentino – per poi crearne altre sulla base dell’esperienza maturata in questi primi esperimenti». Certo le questioni da affrontare sono molte. Il tipo di allevamento, le dimensioni relativamente ridotte del territorio, il tipo di frequentazione e la densità del primo branco stabile di lupi, rendono il contesto Lessinia peculiare e pochi sono gli esempi in Italia che possono fare da riferimento. Qui la maggior parte degli allevamenti è costituita da bovini e non sarà uno scherzo per i cani come Joska, abituati a difendere i circoscritti confini delle greggi, gestire centinaia di animali sparsi su centinaia di ettari. La Lessinia dovrà pian piano sviluppare un proprio personale modo di affrontare la questione lupo.

Secondo l’esperienza abruzzese, che vanta una lunga tradizione di condivisione dei pascoli con il lupo, è impensabile la convivenza senza l’aiuto dei cani. Se non evitano del tutto le predazioni, spiegano gli allevatori, di certo ne riducono drasticamente il numero. Anche in Trentino questo tipo di cani si è già dimostrato efficace nella dissuasione da orso. Ma sono necessari 4 o 5 cani per fare la guardia ad una mandria di trenta bovini, vale a dire una presenza massiccia di animali da difesa che, su un territorio assiduamente frequentato come la Lessinia, solleva un altro tipo di perplessità. Quale sarà l’impatto della presenza dei cani sui frequentatori della montagna disabituati a questo tipo di tradizione e di guardiani? Escursionisti e frequentatori di sentieri andranno avvisati della presenza dei cani e istruiti sui comportamenti da adottare in caso di incontro.

Fra perplessità, pareri favorevoli e contrari alla presenza del lupo, dubbi e volontà di cambiamento, emerge una realtà su cui tutti concordano: il lupo c’è e la questione va affrontata al meglio in termini pratici. Un meglio che non può che nascere dall’interazione attiva e propositiva fra tutti gli attori in gioco: chi in montagna lavora, chi la frequenta e chi la tutela. Un dialogo efficace fra allevatori e amministrazioni che alla domanda dei primi provano a strutturare risposte pratiche mirate. Recinti elettrificati e cani sono le soluzioni valutate finora e disponibili dalla Provincia a chi le richiedesse, in pochi giorni. Ma l’esperienza di Malga Riondera e della Lessinia nei prossimi mesi sarà fondamentale per produrre nuove e più mirate strategie.