Se ne è andato Achille Gadler, il grande descrittore delle montagne trentine

di Riccardo Decarli

Per oltre sessant’anni Gadler girò i monti trentini, salì le più belle cime di Europa, si dedicò allo scialpinismo e alla sua promozione, assunse incarichi dirigenziali nella SAT e compilò una fortunata serie di guide escursionistiche che lo resero noto a tutti i trentini (e non solo) amanti della montagna.

 

Achille Gadler ci ha lasciato nei giorni scorsi. Conosciuto, se non altro di nome, da tutti i trentini amanti della montagna: per oltre sessant’anni, Gadler girò in lungo e in largo i monti trentini, salì le più belle cime di tutta la catena alpina e di gran parte d’Europa, si dedicò allo scialpinismo e alla sua promozione in tempi pionieristici, assunse incarichi dirigenziali all’interno della SAT e, a partire dagli anni ottanta, compilò una fortunata serie di guide escursionistiche.

Socio SAT dal 1939, per molti anni fu lui a guidare le gite della Sezione SAT di Trento, così come fu l’animatore degli appuntamenti culturali della Sezione: celebri le sue serate di diapositive, un successo grazie anche alla sua abilità dietro l’obiettivo.

Per la SAT curò sin dal 1948, in collaborazione con Alfredo Volpi, anche la bella biblioteca alpinistica, risistemando le collezioni assai degradate durante il conflitto. Dal 1982 al 1991 compilò il fascicolo annuale Attività delle Sezioni SAT, diario dettagliato della vita satina; a partire dal 1976 fu nel comitato di redazione del Bollettino SAT. I suoi articoli comparvero anche su altre riviste: Montagne e uomini, Rivista mensile del CAI ecc.

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Achille Gadler nel film di Decarli e Pevarello presentato al 60° TrentoFilmfestival

Presso la Sezione di Trento ricoprì l’incarico di Presidente dal 1981 al 1986, fu nel collegio dei probiviri della SAT e poi Consigliere centrale del CAI.

L’incontro con l’editore Luigino Mattei della casa editrice Panorama fu determinante per giungere alla prima e completa guida escursionistica del Trentino, un traguardo che, possiamo azzardare, si attendeva dai tempi della gloriosa guida Brentari. E in una ideale scaletta cronologica di descrittori del nostro territorio montano Gadler rappresenta uno dei gradini al vertice, con alla base Cesare Battisti, quindi Ottone Brentari e in tempi più vicini a noi Aldo Gorfer. Ci pare che questi quattro nomi, pur tenendo conto di metodologie ed esiti differenti, dovuti a finalità diverse e ad un contesto storico che copre un secolo, siano da ritenersi esemplari ed esaustivi. Le guide di Gadler fin da subito vennero accolte positivamente. Per oltre vent’anni le sue guide sono state di continuo ristampate e rappresentano ancora oggi un modello da imitare per chi esige da una guida: chiarezza espositiva, sintesi nella descrizione e affidabilità.