di Guido Donati
La coltivazione delle noci nelle Giudicarie esteriori ed in particolare nel Bleggio, introdotta, molto probabilmente, dagli stessi conquistatori romani, vanta una storia lunga e rappresenta senza dubbio un tratto distintivo del paesaggio locale, nonché elemento identitario della comunità.
La conferma della presenza delle noci è documentata durante il Rinascimento, quando la noce diventa la protagonista nella cosiddetta “Guerra delle noci”. Una rivolta popolare da parte dei Giudicariesi nei confronti dei soldati tirolesi che avevano il compito di vigilare sul rispetto delle “Compattate”, un insieme di regole imposte dal Vescovo di Trento che, di fatto, favorivano il Conte del Tirolo, a scapito della popolazione. Lo scontro fra Giudicariesi e Tirolesi si tenne nella piana di Dasindo piantata a noci. I fatti sono stati riportati negli scritti del notaio Bertelli di Preore.
La noce bleggiana, rappresenta a livello italiano, una cultivar molto interessante, in quanto, oltre che per le riconosciute qualità salutistiche e per il gusto speziato, apprezzato in ambito dolciario, si propaga per via agamica, cioè tutte le piante sono riprodotte per innesto. Questo garantisce qualità e il mantenimento delle caratteristiche nel tempo del frutto. Interessante è la pubblicazione del direttore del C.N.R. di Firenze, Lorenzo Mittempergher, su “La situazione del noce in Italia”, del 1966.
Tuttavia, nel corso degli ultimi 50 anni si è assistito ad un progressivo abbandono e calo di superficie coltivata, dovuto a diverse cause – scarsa capacità di commercializzazione, meccanizzazione, valore del legno per mobili e arredi – e, non ultima, il sopravvento di coltivazioni a maggior rendimento economico.
Va però evidenziato che, la salvaguardia e il recupero della coltivazione della noce bleggiana, oltre a riproporre il tipico paesaggio rurale a beneficio della storia e identità culturale locale, può dare concreto sostegno anche al turismo valorizzando il frutto della noce e dei suoi derivati. In particolare l’impiego in ambito dolciario e gastronomico da parte dei settori dell’ospitalità, della ristorazione, commerciali e artigianali.
A questo proposito, da qualche anno è nata la Confraternita della noce del Bleggio che, affiancando i produttori locali e con il convinto sostegno della stessa COPAG e dell’Amministrazione comunale del Bleggio, è impegnata nel rilanciare la coltivazione e la produzione della noce bleggiana. L’obiettivo, ora è la realizzazione di un semenzaio e di una serra-vivaio, l’avvio di un corso di formazione agli innesti nonché alle modalità di cura e coltivazione della noce bleggiana, il coinvolgimento di altri produttori grandi e piccoli, con particolare attenzione anche ai giovani.
Inoltre, saranno promosse nel Bleggio ma anche in Valle, alcune iniziative/eventi per far capire l’importanza di piantare la noce bleggiana e di recuperare il patrimonio esistente, ora in parte abbandonato a se stesso.
Le noci del Bleggio, possono essere acquistate direttamente dai produttori e, oltre al frutto, gli operatori locali propongono squisite specialità che sprigionano tutto il sapore di questi piccoli tesori. Tra di esse, meritano certamente un assaggio la sfiziosa torta alle noci, il tipico pane locale alle noci, lo squisito liquore nocino, il raro salame alle noci e i gustosi piatti (antipasti, primi, secondi e dolci) con le noci.