Pipistrelli e bat detector

– di Chiara Trevisin –

Il pipistrello è un animale utile e discreto. Le specie presenti in Trentino Alto Adige sono però in declino perché le attività umane, come l’uso di pesticidi in agricoltura, hanno decimato le popolazioni di insetti. Oltre che sottraendo loro il cibo, stiamo condizionando il numero di pipistrelli (nonché di altri animali) frammentandone gli habitat, e limitando alcuni dei loro siti preferiti di riproduzione, come gli alberi cavi nei boschi e o i vecchi casolari ormai ristrutturati. 

Mormorio del bosco notturno, un lampione che illumina un piccolo spiazzo e il calpestio sul ghiaino di una quarantina di scarpette taglia massima 34. Qualche anno fa guidavo un gruppo di bambini durante un’uscita notturna in montagna e per molti era la prima volta. Speravamo di udire qualche allocco, ma la prima tappa era per gli unici vertebrati, oltre agli uccelli, in grado di effettuare volo attivo: i pipistrelli. Emozionati, ma anche un po’ intimoriti dalla nuova esperienza, ci avvicinammo al lampione, luce allucinogena per falene ed altre prede per chirotteri e aspettammo qualche minuto. “Chiara, cosa facciamo? Dove sono i pipistrelli? Chiamali!”. In un misto di impazienza e curiosità, tra questi giovani naturalisti di terza elementare stava emergendo un pizzico di delusione non vedendo arrivare niente. Ma ecco che, tra lo sfarfallio di insetti notturni, si fece largo una sagoma di dimensioni decisamente maggiori, con tutto l’intento di fare man bassa. Questa sagoma entrava ed usciva dal fascio di luce del lampione, e per avere la conferma che si trattasse di un pipistrello accesi il bat detector.

Pur avendone già spiegata in precedenza la funzione, questo strumento in grado di tradurre fonicamente gli ultrasuoni dei pipistrelli (tra i 10 ei 120 kHz) in frequenze udibili all’orecchio umano (che sopra i 20 kHz non è in grado di spingersi) affascina sempre. Un suono simile all’intermittenza di un radar uscì dal dispositivo: è il pipistrello che va a caccia, dalle frequenze probabilmente una nottola. I bambini ascoltavano, meravigliati, le loro aspettative finalmente appagate.

Pipistrello ferro di cavallo, famiglia dei Rinolofidi, fotografato in grotta a Lamar

Ciò che stavano udendo è, in realtà, un canto di caccia. I chirotteri cacciano grazie al loro particolare strumento di ecolocalizzazione .“Avete presente quando proviamo a fare l’eco in montagna? Quando gridiamo “ciao” verso una parete di roccia, il suono rimbalza e dopo qualche secondo torna indietro. Se lo facessimo bendati, non saremo in grado di capire che forma ha la montagna, né quanto disti da noi solo ascoltando l’eco di ritorno. I pipistrelli sì, e usano questo sistema per individuare falene e zanzare”. Un bambino, meravigliato, commentò “Quindi i pipistrelli è come se vedessero con le orecchie?! Che animali bizzarri che sono, “vedosentono” gli insetti!” Eh si, insetti, gioia e dolore per i pipistrelli…e per noi!

Le circa venti o trenta specie presenti qui Trentino Alto Adige sono un po’ tutte in declino perché le attività umane, come l’uso di pesticidi in agricoltura, hanno decimando le popolazioni di insetti. Oltre che sottraendo loro il cibo, stiamo condizionando il numero di pipistrelli (nonché di altri animali) frammentandone gli habitat, e limitando alcuni dei loro siti preferiti di riproduzione, come grandi alberi cavi nei boschi e anfratti nei muri di vecchi casolari, ormai ristrutturati. “Ma come – continua il bimbo di prima – noi usiamo i pesticidi per eliminare gli insetti quando già gli insetti li potevano eliminare i pipistrelli tornandosene a casa con la pancia piena?!?”. Che dire, pare che l’animale bizzarro, sempre più spesso, siamo noi.


Chiara Trevisin è dottoressa in Comunicazione della Scienza