I prati ricchi del monte Prada

di Stefano Albergoni

Qualche anno è trascorso, e di questa storia sono cambiati nomi dei protagonisti. A Trento c’era ancora il Museo Tridentino di Scienze Naturali (oggi MUSE). Accadde allora che il Comune di San Lorenzo in Banale (oggi San Lorenzo Dorsino) incaricasse i ricercatori della sezione di Botanica del Museo di studiare e valutare la qualità dell’erba che cresce sui prati del monte Prada, un universo botanico unico a nord dell’abitato di San Lorenzo, compreso nel territorio del Parco Naturale Adamello Brenta.

Il fascino dei prati di Prada è rimasto incontaminato e lo si può cogliere nella sua interezza anche oggi. La strada acciottolata che vi giunge da S. Lorenzo in Banale è un’affascinante testimonianza degli antichi modi di vita delle valli Giudicarie. Era utilizzata dalla gente del paese, in particolar modo durante la stagione estiva, per lo sfalcio e la fienagione, per procurarsi la miglior erba di montagna da utilizzare durante l’inverno per sfamare mucche, capre e pecore. Per cantare le virtù di questo particolare fieno, si narra che i contadini che praticavano la fienagione – soliti salire fino alle creste, e sovente oltre, per falciare i prati utilizzando gli attrezzi di un tempo – alla sera dormissero nei fienili, sdraiandosi sul fieno e ritrovando in questo modo benessere e riposo dopo il duro lavoro.

Anthoxanthum odoratum

I prati che sì trovano sul monte Prada sono pascoli magri, non concimati, chiamati scientificamente Mesobrometi. Sono in genere caratterizzati da suoli poveri dì humus, spesso pietrosi, bene esposti, a ridotta copertura nevosa invernale. Si tratta di prati piuttosto ricchi e variegati dal punto di vista floristico, per via della presenza di specie di differente ecologia. Vengono chiamati ricchi, in quanto presentano, mediamente, anche più di 50 specie “a rilievo”. Questa elevata diversità specifica è il risultato, oltre che della composizione del terreno e dei fattori climatici, della gestione di tali prati che prevede lo sfalcio dell’erba una sola volta all’anno. Ciò permette la crescita promiscua di svariate specie, con caratteristiche officinali e aromatiche, come la barba di becco (Tragopogon pratensis), l’eufrasia (Euphrasia officinalis), la genziana maggiore (Gentiana lutea), l’iperico (Hypericum perforatum) e l’arnica (Arnica montana), il cui utilizzo stimola un’azione espettorante, antinfiammatoria, antisettica e antireumatica*. In queste praterie, inoltre, si trova con una buona frequenza il paleo odoroso (Anthoxanthum odoratum), uno dei maggiori artefici del buon odore del fieno.

 

La ricerca citata è la seguente: “Fitobalneoterapia. Valutazione dell’idoneità alla pratica termale delle praterie in Loc. Prada (S. Lorenzo in Banale)”, di Renzo Vicentini, Gilberto Parolo. Revisione e coordinamento Costantino Bonomi

* Bruni A., Nicoletti M., 2003. Dizionario ragionato di Erboristeria e di Fitoterapia. Picchi, Padova