di Filippo Zibordi Imponenti pareti di color giallo, grigio ed arancio, intervallate da piccoli nuclei boscati di leccio. Rocce ciclopiche che paiono un mondo “iniziale”, quasi lunare. Fertili pascoli alpini plasmati da secoli di alpeggio alternati a creste, intricate mughete e forre profonde con versanti strapiombanti. Tutto questo, anzi molto di più, è l’Alto Garda e Ledro: un territorio di straordinaria ricchezza ambientale, frutto di caratteristiche naturali uniche nel panorama alpino ma anche del lavoro, secolare, dell’uomo. Un territorio incorniciato virtualmente dalle aree protette – ben 17, totalmente o parzialmente ricomprese nella Comunità dell’Alto Garda e Ledro. Nel tentativo di farle conoscere ed apprezzare da parte di residenti e turisti, è stata appena data alle stampe la pubblicazione “Le aree protette nel territorio della Comunità Alto Garda e Ledro”, testi e progetto di Luca Bronzini e Filippo Zibordi - PAN Studio Associato, coordinamento editoriale di Fiorenza Tisi e Gianfranco Zolin - Serv. Pianificazione Urbanistica Comunità Alto Garda e Ledro. L’agile volumetto, ricco di informazioni scientifiche e fotografie, è stato promosso ed edito dalla Comunità Alto Garda e Ledro (a cui la pubblicazione può essere richiesta gratuitamente: www.altogardaeledro.tn.it) nel tentativo di fornire spunti per “andare a vedere e scoprire il perché delle aree protette”, nella consapevolezza che la conoscenza del valore di questi territori da parte delle persone che ci vivono o che in varia maniera li frequentano sono “un elemento irrinunciabile per la cura e la conservazione futura di questi beni”. Proprio a questo scopo, nella guida vengono forniti anche 10 itinerari di visita, con altrettante cartine; spunti per visitare luoghi classici e mete inconsuete dell’Alto Garda e Ledro quali: Marocche di Dro, Parco Fluviale della Sarca, Monte Brione, Lago di Loppio, Monte Baldo, Lago d’Ampola, Bocca di Caset, Monti di Tremalzo e Tombea, Crinali di Pichea e Rocchetta, Riserva
di Filippo Zibordi Imponenti pareti di color giallo, grigio ed arancio, intervallate da piccoli nuclei boscati di leccio. Rocce ciclopiche che paiono un mondo “iniziale”, quasi lunare. Fertili pascoli alpini plasmati da secoli di alpeggio alternati a creste, intricate mughete