di Enrico Rossi A lungo andare certi luoghi finiscono per incarnare ai nostri occhi la funzione che abbiamo assegnato loro - nel tempo questa messa in scena sedimenta nelle nostre percezioni più profonde e remote. Nasce così quello che chiamiamo lo spirito del luogo: la sua essenza, per noi. Entrando nel parco di Cavalese, in val di Fiemme, i rumori del paese e delle macchine che vanno e vengono dalla strada che scende a valle rimangono presto alla spalle, trattenuti dalle chiome dei vecchi tigli e degli ippocastani dal tronco ritorto. I larici sono sparpagliati nei prati che fino al secolo scorso erano usati come pascolo, sulla destra c'è la Cappella di San Giuseppe, curiosa edicola a pianta esagonale, mentre poco più in là un campo da calcio e uno da pallacanestro hanno preso il posto di altri prati ancora. Prati che fin dai primi secoli dopo il Mille ospitavano la grande fiera annuale della valle, dove i commerci erano accompagnati da feste, canti e balli. E dove fin da allora si trovava anche la Pieve di Santa Maria Assunta in Cielo, per tutti in valle: la Pieve. Per secoli la Pieve è stata la chiesa di tutta una valle e della sua popolazione, nei vecchi documenti con "Pieve di Fiemme" si intende volta a volta la chiesa in sé, il territorio di riferimento, o l'insieme dei fedeli, la comunità. Comunità che per altrettanti secoli ha trovato rappresentanza e guida nella Comunità di Fiemme, l'istituzione di autogoverno della valle, la cui storia è fin dagli inizi strettamente intrecciata a quella della Pieve. Tanto che nel 1526 la data di dedicazione, con relativi festeggiamenti, venne spostata dal 13 maggio al 10 di settembre, in modo da coincidere con il periodo di svolgimento della fiera annuale. Consacrata nel 1134, la Pieve riceveva
di Enrico Rossi A lungo andare certi luoghi finiscono per incarnare ai nostri occhi la funzione che abbiamo assegnato loro – nel tempo questa messa in scena sedimenta nelle nostre percezioni più profonde e remote. Nasce così quello che chiamiamo lo spirito del luogo: la sua essenza, per noi. Entrando