Rileggendo i testi dei filosofi Georg Simmel, Rosario Assunto e Alain Roger, si evince la tesi del paesaggio come opera d’arte, cioè come spazio che si definisce a partire dallo sguardo dell’uomo rivolto alla bellezza e dal suo intervento sulla natura. di Paola Giacomoni La nozione di paesaggio non è sempre esistita. La parola “paesaggio” nasce da “paese” come “Landschaft” o “Landscap”e da “Land”. E “paese” a sua volta dal latino “pagus”, che indicava il territorio delimitato e abitato dall’uomo. La parola “paysage” nasce alla fine del 400, e il suo uso viene attribuito dai dizionari etimologici per la prima volta al poeta Jean Molinet, nativo delle Fiandre, centro di origine e sviluppo della prima pittura di paesaggio. Si ritiene che “paysage” sia nato sul calco dell’olandese “Landschap” e usato inizialmente dai pittori che volevano indicare il nuovo oggetto della propria pittura. Il termine paesaggio nasce mentre ha inizio il nuovo genere della pittura di paesaggio, prima inesistente. Si assiste in seguito alla diffusione del termine nel corso del '500 nelle altre lingue europee[1]. Anche nei dizionari italiani dei secoli successivi citati da molti studiosi contemporanei, nel significato di paesaggio si sottolinea il legame con la pittura, con l’aspetto visivo del paese in quanto scelto come soggetto in pittura. Ossia il paesaggio viene considerato con lo stesso atteggiamento che utilizziamo per osservare un quadro o un’opera d’arte visiva. Lo sguardo dell’osservatore è dunque decisivo ai fini della sua definizione Per “paese” si intende dunque l’estensione del territorio abitato coltivato misurabile e quantificabile anche economicamente o demograficamente, mentre per “paesaggio” si intende il suo aspetto visivo, il punto di vista da cui lo si guarda o lo rappresenta in pittura. L’etimologia della parola indica che il legame con l’arte è dunque originario. Con l’aiuto di tre autori cercherò di mostrare i diversi modi in cui è possibile sostenere l’ipotesi
Rileggendo i testi dei filosofi Georg Simmel, Rosario Assunto e Alain Roger, si evince la tesi del paesaggio come opera d’arte, cioè come spazio che si definisce a partire dallo sguardo dell’uomo rivolto alla bellezza e dal suo intervento sulla