Dal Garda a Ledro sul sentiero del Ponale
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di Linda Martinello

Il lago di Garda (anticamente, Benaco) è un piccolo angolo di mediterraneo incastonato tra le Alpi, regalatoci da millenni di varie e fortunate concomitanze geologiche che si sono sommate. Sospeso in una valle a poca distanza da quello che è il più grande specchio d’acqua dolce della nostra penisola, si trova un altro lago, più modesto per dimensioni ma decisamente interessante da un punto di vista storico e culturale: il lago di Ledro.

Questi due bacini sono collegati da un piccolo corso d’acqua, il torrente Ponale, che ha inciso profondamente la montagna. Nei pressi di questo rivo si snoda il percorso scenografico del “Ponale” una vecchia mulattiera che percorre le pareti a picco del Monte Oro e della Rocchetta. L’originario sentiero fu trasformato in una strada, in soli tre anni, su impulso play real slot online del poliedrico e illuminato Giacomo Cis, imprenditore originario di Bezzecca che in età matura si dedicò al progetto di togliere la Valle di Ledro dal suo secolare isolamento. Poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1851, la strada fu ultimata e aperta al pubblico.

Dopo più di un secolo di splendore, la strada visse un periodo di abbandono, tra crolli e minacce di chiusura definitiva. Riscoperta e rilanciata come sentiero grazie all’opera di sensibilizzazione del Comitato Giacomo Cis, dal 2004 è stata riaperta al transito di turisti ed escursionisti, bikers inclusi. Per le sue caratteristiche ambientali e storiche è uno dei più belli e conosciuti sentieri europei.

Il percorso che qui viene proposto parte da Riva del Garda, nei pressi di Piazza Catena. Percorrendo tutto il lungolago verso occidente, si incontrano le indicazioni per il sentiero Giacomo Cis, che costeggia tutto il fianco della montagna, regalando viste mozzafiato sulle pareti strapiombanti sulle acque. Il percorso, dalla modesta pendenza, presenta un alternarsi di tratti asfaltati e sterrati, dentro e fuori delle brevi gallerie.

lago Garda sentiero Ponale

Lungo il cammino sono visibili delle testimonianze (spesso segnalate da pannelli esplicativi) della storia della Ponale e del primo conflitto mondiale. Si attraversa in particolare la Tagliata del Ponale: un’opera difensiva costruita tra il 1904 e il 1918 a protezione del Lago e dell’acquedotto dello Sperone che serviva Riva, oggi irrimediabilmente compromesso a causa della modifica della sede dalla falda causata dalla costruzione della nuova galleria sulla SS 240.

Arrivati al belvedere detto delle “zette” da cui è possibile ammirare la cascata del Ponale (30 metri di altezza) e dove già anticamente sorgeva una piccola osteria, il sentiero si biforca: proseguendo verso sinistra si arriva all’abitato di Pregasina e alla statua della Madonna da dove si può godere di uno straordinario panorama sul lago, mentre verso destra ci si addentra sempre più nella vallata del torrente Ponale.

Qui la vegetazione cambia sensibilmente, ci troviamo infatti in una zona più umida e fresca. Dopo alcuni tornanti si affiancano i resti (un poco spettrali) di una vecchia centrale idroelettrica costruita a fine 800 e poi distrutta. Il sentiero sbuca poi sulla strada principale SS 240 (prestare attenzione!). È necessario percorrere circa 300 metri sulla statale dopo i quali, superato un piccolo ponte, ci si riallaccia al sentiero in destra orografica del torrente, che attraversa i piccoli ma caratteristici abitati di Biacesa, Pre e Molina di Ledro. Il sentiero attraversa piccoli prati e zone dedicate alle coltivazioni orticole ad uso familiare, ma non mancano le testimonianze di antichi usi dell’acqua legati alla quotidianità (fontane e lavatoi) e a piccoli opifici tradizionali, in particolare fucine in cui si producevano le famose bròche, chiodi di ferro che servivano, in passato, per rinforzare le suole degli scarponi della gente di montagna.

Giunti nei pressi di Molina, infine, compiendo un ulteriore salto indietro nel tempo, è possibile avvicinarsi alle sponde del lago per ammirare i resti di un antichissimo insediamento palafitticolo e il Museo ad esso dedicato.

Note tecniche

L’itinerario proposto può essere percorso sia a piedi che in bicicletta (salvo alcuni punti non ciclabili, comunque segnalati da appositi cartelli). Ai bikers si raccomanda rispetto per i pedoni, moderando la velocità soprattutto in discesa.

Il tempo di percorrenza a piedi per l’intero tratto (Riva del Garda – Molina di Ledro) è di circa 3 ore, su pendenze sempre molto moderate. Sono consigliate calzature da montagna e particolare attenzione per la presenza di tratti sconnessi. È possibile rientrare verso Riva con i mezzi pubblici, dalla SS 240.

È consigliabile avere con sé una scorta di acqua soprattutto nel periodo estivo, durante il quale si raccomanda di evitare le ore più calde della giornata.

Il sentiero, pur con le dovute precauzioni legate alla presenza di tratti sterrati, può essere percorso con passeggini, preferibilmente evitando i periodi di maggiore afflusso turistico.


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